NON BRONTOLARE, ANGELO NERO

di Kurt Bracharz

Il re, il buffone ed il mendicante non si trovano nella stessa posizione sociale, come invece accade al borghese, al contadino ed all'accattone nelle filastrocche dei bambini. Il re ed il mendicante si trovano esattamente agli opposti della scala sociale (il re dei mendicanti, tuttavia, molto più spostato verso la metà), mentre il buffone appartiene ad un sistema di classificazione completamente diverso. Questi è assolutamente ambivalente. Lo si dovrebbe concepire come il buffone della tradizione popolare, vale a dire come uno che agisce in maniera insensata e bizzarra in virtù della propria incompetenza, come i passeggeri e l'equipaggio della nave dei folli, oppure piuttosto come il buffone (non)santo, Punch, che conosce molti trucchi, lo sciamano o il medico stregone, la cui follia sociale non ha nulla a che vedere con la stoltezza e l'ingenuità?

Il testo più classico in cui sono presenti le varianti re, buffone e mendicante è il "King Lear": il re, lo "scozzese diseredato" (come lo chiama il suo buffone di corte) finisce col diventare da ogni punto di vista un povero pazzo, Edgar recita il ruolo del povero pazzo, la povera Cordelia fa osservazioni insensate, il buffone di corte chiama in questo modo il suo signore, e così via.

Edgar, che si definisce "Poor Tom", elenca ciò di cui si nutrono i mendicanti folli: "Il povero Tom, che mangia le rane mentre ancora nuotano, rospi, girini, il proteo ed il tritone; che nella rabbia del suo cuore, quando il nemico secolare infuria, mangia sterco di vacca come se fosse pane di segala; mastica il ratto ormai vecchio; beve la melma verde dallo stagno paludoso, (...) eppure topi e ratti e persino rospi sono stati il cibo del Povero Tom per sette lunghi anni". (Traduzione di Frank Günther).

Il mendicante deve consumare tutto ciò che di commestibile riesce a trovare (anche se i buongustai mangiano tutto quello che viene elencato dal povero Tom: innanzitutto le cosce di rana, in Giappone la salamandra gigante, ratti e cani in Vietnam o in Corea, mentre dei rospi si lecca quantomeno il loro veleno allucinogeno; i vegetariani e i vegani, invece, mangiano costosissime micro alghe, ed apprezzano certamente anche le lenticchie d'acqua; della lista, solo lo sterco di vacca viene mangiato in Africa a causa della fame).

Il re, a meno che non si chiami Lear, si trova molto vicino a quanto di meglio e di più raro esista; quando un suddito riesce a catturare o a trovare qualcosa di particolare, un pesce siluro gigante oppure un tartufo enorme, lo porta a corte, la qual cosa, in un tempo in cui i mass-media ancora non esistevano, garantiva un quarto d'ora di notorietà.

Il buffone è uno che lascia che gli altri lo ingannino, o uno che inganna. Un buffone è innanzitutto chi compra tartufi al bancone dei funghi del mercato settimanale e si meraviglia del fatto che non abbiano né sapore né profumo, ed in secondo luogo è il burlone diventato famoso come cuoco perché in grado di smontare e rivedere ricette classiche, oppure perché prepara piatti a base di sassi di torrente.

Un cibo che unisce l'intera scala sociale, e che quindi è possibile servire all'intera lunga tavola della società, diminuendone gradualmente la qualità, partendo dal capo della tavola con re/ imperatore/ papa, fino all'altra estremità con contadini/ proletari/ mendicanti, è costituito dalle uova di pesce. L'Almas, il caviale bianco di Albino-Beluga, una volta era a disposizione esclusivamente degli imperatori di Persia e degli zar di Russia; oggi, invece, ne fanno consumo quei nuovi ricchi, che, per usare un eufemismo, vengono definiti "oligarchi", i nuovi re di questa economia globale d'azzardo. Al borghese benestante resta la triade Beluga, Ossietra, Sevruga, al meno ricco le uova di salmone e trota, coregone, pesci volanti e cobite. Decaduto ormai all'ultimo posto, il caviale tedesco, cioè le uova colorate di ciclottero, rappresenta una sorta di surrogato, simile al caviale solo nella forma (solo a volte – persino il Sevruga ha i granelli più grandi e appare diverso). La bottarga, cioè le uova seccate di muggine o di tonno, apparteneva nella sua terra d'origine, almeno inizialmente, alla cucina povera, mentre oggi è entrata a far parte della categoria delle specialità più costose, come già accaduto ad altri piatti una volta considerati poveri.

Il re ottiene, almeno in teoria, soltanto il meglio; il suo corrispondente contemporaneo è, ad esempio, il dittatore nord coreano, il quale faceva fare incetta al proprio cuoco personale di tutte le leccornie più gustose in Europa, mentre lasciava che al suo popolo fossero distribuite ricette speciali sui modi di cucinare cortecce d'albero ed erba. Anything goes. Lear, una volta re, che non guarda con ammirazione i propri usurpatori, quanto piuttosto con un misto di commiserazione e superiorità, augura loro quanto segue: "Gli anni grassi li devono divorare, pelle e capelli/ Eh, quelli che ci fanno piangere: prima li/ vogliamo vedere morire di fame."

Il mendicante, oggi divenuto sinonimo di perdente o di nuovo povero, consuma i prodotti più economici dell'industria dell'alimentazione dai sacchi di immondizia sempre ben forniti di quanti guadagnano di più (il Duca di Kent dice al precettore di Goneril, Oswald, di conoscerlo come "farabutto, furfante, truffatore", ed Edgar sottolinea nell'atto successivo per inciso: "Una danza di brontolii è in corso nella pancia di Tom dopo che ha mangiato due aringhe crude. Non brontolare, angelo nero; non ho nessun cibo per te".)

Il buffone crede ai nutrizionisti, oppure sta a dieta, oppure fa qualcosa di folle di propria iniziativa, mangia persino qualcosa, qualcosa che gli piace, invece di qualcosa che dovrebbe piacergli.

Anything tastes.

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