IN TRIO

di Flaminio Gualdoni

Una delle eventualità più soddisfacenti del mestiere di critico è assistere a un esordio, alla prima uscita pubblicata di una figura che dà conto per la prima volta dei furori giovanili, delle prove, delle curiosità. E' come un gusto aspro e saporoso, che a nulla somiglia. Questa occasione, che Eos ha con l'abituale senso suo di svecchiamento e di non ortodossia, prodotto, è quindi particolarmente ghiotta, perché non d'uno, ma di ben tre esordienti si tratta: che mi piace figurarmi letteralmente in trio, come voci e strumenti che tentano suoni diversi da quelli già saputi.
Sono voci e strumenti magari acerbi, quelli di Federico Guida, Davide Nido e Dany Vescovi, ma hanno fin d'ora pregi indubitabili: il non voler seguire le vie troppo battute e mondanamente rassicuranti di cui s'abbiglia troppa arte d'oggi, e soprattutto un tasso di autenticità, di ispida nudità di vocazioni e intenti, che ci rassicura sulle opere che accadranno in futuro.
Non è poco, direi.

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